Un piatto tipico veneziano, che ha circa 400 anni di storia. La castradina risale infatti alla metà del 1600, quando apparve sulle tavole dei veneziani nel periodo della festa della Madonna della Salute, che si festeggia il 21 novembre.
La Festa della Salute, una tra le più sentite dai veneziani, nasce da un’epidemia di peste, quella del 1630-31, che a Venezia provocò 47mila morti (circa un quarto della popolazione). Il doge Nicolò Contarini e il patriarca Giovanni Tiepolo dopo aver chiesto aiuto alla Madonna contro la peste, costruirono la basilica in suo onore, quanto l’epidemia cessò.
Da allora i veneziani festeggiano la Salute a tavola con lo stracotto con le verze. Elemento principale del piatto è la castradina, una coscia di montone castrato che viene salato, affumicato ed essicato al sole. Viene usato per fare una gustosa zuppa con l’aggiunta di foglie di verza, cipolle e vino. Questo piatto è un omaggio ai Dalmati, gli unici che rifornivano la Serenissima durante gli anni della pestilenza. I veneziani per quell’anno mangiarono solo carne di montone che avevano imparato a conservare con la salmistratura.
Un antico detto sulla castradina recita: “de obligo su le tole, sia dei povaréti che dei siori, nobili o mercanti”.